Tranne qualche rara eccezione, la pianta delle chiese gotiche, cattedrali, abbaziali o conventuali, assume la forma di una croce latina stesa al suolo. Ma la croce è il geroglifico alchemico del crogiuolo, un tempo chiamato cruzol, crucibile e croiset (nel tardo latino, crucibulum, crogiuolo, ha per radice crux, crucis, croce).
Ed è infatti proprio nel crogiuolo che la materia prima, come lo stesso Cristo, patisce la Passione; essa muore nel crogiuolo por risuscitare poi, purificata, spiritualizzata, già trasformata. Del resto il popolo, fedele guardiano delle tradizioni orali, non esprime forse il sacrificio terreno degli uomini con delle parabole religiose e delle similitudini ermetiche? — Portare la croce, salire il calvario, passare nel crogiuolo dell'esistenza, sono altrettante locuzioni correnti nelle quali ritroviamo lo stesso senso nascosto sotto lo stesso simbolismo.
Non dimentichiamo che intorno alla croce luminosa vista in sogno da Costantino apparvero queste parole profetiche, che egli fece dipingere sul suo labaro: In hoc signo vinces; con questo segno vincerai. Ricordiamo anche che la croce reca l'impronta di tre chiodi che servirono ad immolare il Cristo-materia, immagine delle tre purificazioni che devono esser fatte col ferro e col fuoco. Parimenti meditiamo questo chiaro brano di Sant'Agostino della sua Disputa con Trifone: “Il mistero dell’agnello che Dio aveva ordinato di sacrificare a Pasqua, egli dice, rappresentava la figura del Cristo, quelli che credono in lui tingono col suo sangue le loro case, cioè se stessi mediante la fede che hanno in lui”.
Ora, quest'agnello, che la legge prescriveva di fare arrosto tutto intero, era il simbolo della croce che il Cristo doveva patire. Perché l'agnello, per essere arrostito, è disposto in modo da raffigurare una croce: uno degli spiedi di legno lo traversa da una parte all'altra, dall'estremità inferiore fino alla testa, l'altro spiedo attraversa le spalle e ad esso si legano i piedi anteriori dell'agnello.
La croce è un simbolo molto antico, usato in ogni tempo, in qualsiasi religione, presso tutti i popoli, e sarebbe uno sbaglio considerarla come simbolo speciale del cristianesimo. Diremo anche che la pianta dei grandi edifici religiosi del medioevo, con l'adozione di un abside semicircolare o ellittica saldata al coro, segue perfettamente la forma del segno ieratico egiziano della croce ansata, che si legge ank, ed indica la “Via universale nascosta nelle cose”. Se ne può vedere un esempio nel museo di Saint-Germain-en-Laye, su di un sarcofago cristiano proveniente dalle cripte di Saint-Honorat. D’altra parte, l'equivalente ermetico del segno ank è l'emblema di Venere o Ciprie, il rame volgare che alcuni altri per nascondere ancora di più il senso, hanno tradotto con bronzo ed ottone. “ Imbianca l'ottone e brucia i tuoi libri” ci ripetono tutti gli autori migliori.
Il Cosmopolita scrive: “il saggio troverà la nostra pietra perfino nel letame mentre l’ignorante non potrà neanche credere ch'essa esista nell'oro”.
Cosi la pianta dell'edifìcio cristiano, col segno della Croce, ci rivela la qualità della materia prima, e la sua preparazione; per gli alchimisti quest'indicazione termina con l'ottenimento della Prima pietra, pietra angolare della Grande Opera filosofale. Su questa pietra Gesù ha costruito la sua Chiesa; e i liberi muratori medioevali hanno seguito simbolicamente l'esempio divino. Ma prima che fosse tagliata, per servire di base per l'opera d'arte gotica cosi come per l'opera d'arte filosofale, questa pietra ancora grezza, impura materiale e grossolana era lavorata per raffigurare l'immagine del diavolo.
Notre-Dame de Paris possedeva un geroglifico simile, che si trovava sotto la tribuna, all'angolo della clausura del coro. Era una statua del diavolo, che spalancava un'enorme bocca nella quale i fedeli venivano a spegnere i loro ceri; di modo che il blocco scolpito appariva sporco di gocce di cera e di nerofumo.
Il popolo chiamava questa statua Mastro Pietro del Cantone, nome che è stato sempre incomprensibile agli archeologi. Questa figura, destinata a rappresentare la materia iniziale dell'Opera, umanizzata sotto le spoglie di Lucifero (che porta la luce, — la stella del mattino), era il simbolo della nostra pietra angolare, la pietra del cantone, la pietra maestra del cantone. “La pietra che i costruttori hanno scartato, è diventata la pietra maestro d’angolo, sulla quale si basa tutta la struttura dell’ edificio; ma essa e anche un ostacolo e pietra dello scandalo, contro la quale essi si scagliano andando incontro alla propria rovina”.
Per quel poco che riguarda il taglio di questa pietra angolare - intendiamo qui la sua preparazione — lo si può veder interpretato in un bellissimo bassorilievo dell'epoca, scolpito all'esterno dell'edificio su di una cappella absidale, dalla parte di via del Cloitre-Notre-Dame.
Mentre allo scultore era riservata la decorazione delle parti elevate, al ceramista era attribuito il compito di ornare il pavimento delle cattedrali. Esso, generalmente, era lastricato o pavimentato mediante delle mattonelle di terracotta dipinte e ricoperte con uno smalto a piombo. Quest’arte aveva raggiunto nel medioevo una perfezione sufficiente ad assicurare ai soggetti istoriati una bastevole varietà di disegni e di colori. Si usavano anche dei piccoli cubi multicolori di marmo alla maniera dei mosaisti bizantini. Tra i motivi usati più di frequente, e bene parlare dei labirinti, tracciati sul suolo nel punto d intersezione della navata col transetto.
Le chiese di Sens di Reims, di Auxerre, di Saint-Quentin, di Poitiers, di Bayeux hanno conservato i loro labirinti. Nel labirinto di Amiens si notava, al centro una grande lastra, nella quale era incastonata una sbarra d'oro e un semicerchio dello stesso metallo, che raffigurava l'alzarsi del sole sulla linea dell’orizzonte. Più tardi il sole d'oro fu sostituito da un sole di rame poi spari anche quest’ultimo e non fu mai più rimesso a posto,
Quanto al labirinto di Chartres esso e disegnato sul pavimento della navata, si compone di tutta una serie di cerchi concentrici che si ripiegano gli uni sugli altri con un infinita varietà di combinazioni. Un tempo al centro di questa figura, si notava il duello tra Teseo ed il Minotauro. Questa è un'altra prova dell’infiltrazione dei soggetti pagani nella iconografia cristiana e di conseguenza è anche prova d'un senso mito-ermetico evidente.
Però il problema non è di stabilire un qualsiasi rapporto tra queste immagini e le famose costruzioni dell'antichità: i labirinti di Grecia e d'Egitto. Il labirinto delle cattedrali, o labirinto di Salomone, è, una figura cabalistica che si trova anche sul frontespizio di alcuni manoscritti alchemici e che fa parte delle tradizioni magiche attribuite a Salomone. È una serie di cerchi concentrici, interrotti in certi punti, in modo da formare un percorso bizzarro ed inestricabile. (continua )
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10:31 PM


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